La storia del guilloché risale al 1600 quando si iniziarono a decorare con incisioni le casse degli orologi da tasca. Le prime macchine guilloché, che lavoravano sul tondo, sono sostanzialmente uguali a quelle utilizzate oggi nel laboratorio Renzetti. Esemplari rarissimi, a funzionamento manuale senza motore, che presentano i medesimi sistemi ed ingranaggi delle macchine seicentesche.
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A cavallo tra Ottocento e Novecento questa tecnica di nobilitazione delle superfici venne in auge andando a decorare scatole, portasigari, cornici e non ultimi i gioielli creati dal maestro Fabergé per gli Zar di Russia. E proprio con Fabergé che la storia del guilloché si legherà indissolubilmente alla famiglia Renzetti.
Eugenio Renzetti, fiorentino di nascita, si era infatti recato a Parigi a lavorare presso i Fabergé e dopo questa esperienza fece ritorno in Italia per iniziare la sua attività di orefice nel 1909. Aveva portato con con sé una preziosa macchina guilloché Lienhard datata 1850.
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Oggi il laboratorio Renzetti 1909 può vantare l’utilizzo di macchine originali molto rare: oltre alla Lienhard del 1850 per il guilloché in tondo, possiede altre macchine guilloché in linea risalenti ai primi decenni del Novecento. Tutte perfettamente conservate e funzionanti, lavorano oggi come allora sotto la guida delle mani esperte del maestro Renzetti e dei suoi collaboratori.